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Dizionario del dialetto di Genzano di Lucania
In questo straordinario e originale dizionario l’Autore si è prefisso i seguenti obiettivi: raccogliere le parole dialettali che o non hanno un corrispondente italiano o, se l’hanno, differiscono nella scrittura e nella pronuncia; indicare l’esatto vocabolo italiano (possibilmente accompagnato da sinonimi) e le varie accezioni; individuare, ove possibile, l’etimologia ed eventuali forme simili presenti in altre lingue. Il testo è arricchito, qua e là, da proverbi, pezzi di canti popolari, motti, indovinelli, citazioni di autori italiani richiamati dal lemma, foto di numerosi oggetti e animali. In molti casi sono presenti notizie storiche e culturali illustranti monumenti, conventi, tradizioni, giochi, cibi e ricette.
Tessere alla deriva
I settanta componimenti di Tessere alla deriva, raggruppati in tre sezioni, rappresentano con ricchezza di immagini e vivacità sentimentale il mondo interiore dell’autore scandito in tre dimensioni diverse: nella rievocazione di momenti, persone e luoghi delle sue origini (Partenze e ritorni); nella presentazione di tematiche sociali ed esistenziali proprie di qualsiasi cittadino impegnato a cogliere il senso profondo delle cose, che dia valore all’esistenza umana e spinga se stesso e il prossimo verso un futuro migliore (Sillogismi); nel balenio caleidoscopico di illuminazioni poetiche di breve intensità e vertigine, che, simili a fuochi di artificio, squarciano e accendono il cielo notturno, lasciando scie di incanto (Haiku).
Radici e ali
La silloge comprende tre sezioni: Reminiscenze, il cui tema centrale è l’adolescenza nelle sue sfaccettature; Oltre il visibile che riflette sulla problematicità della vita umana; Pisa e dintorni in cui si scolpiscono tratti paesaggistici interiorizzati. Già il titolo indica in modo chiaro due approcci diversi e complementari alla realtà: il radicamento memoriale a fatti, cose, persone e la ricerca del volo liberatorio verso un altrove. L’Autore, con toni di volta in volta elegiaci, esistenziali o storico-narrativi, crea un tipo di poesia aperto al dialogo, alla comunicazione, con un linguaggio essenziale, maturo, ricco di elementi simbolici, di rime assonanze allitterazioni, che danno compattezza al dettato. Utilizzando i giusti filtri, sprigiona sentimenti, sensazioni, emozioni senza franare nel banale o nel lezioso.
Aquilina di Monteserico
Frutto di una pluriennale indagine condotta negli archivi e nelle biblioteche, tesa a ricostruire l’enigmatica figura di Aquilina, nota esclusivamente per aver fondato a Genzano un monastero di clarisse nel 1321 e per aver lasciato un testamento pieno di legati al convento e a tanti sudditi di Genzano e Monteserico, due feudi tenuti dal marito Guglielmo del Bosco (1305-1318) e, poi, da lei per 15 anni. L’autore passa innanzitutto al setaccio tutte le notizie errate giunte fino a noi, a partire dal nome ‘Aquilina’, dai mariti avuti (due, e non tre) e dal casato, per giungere (attraverso alcune indicazioni presenti nel Testamento o fornite dai Registri della cancelleria angioina) a delinearne la biografia. Punto centrale del lavoro è l’edizione critica del Testamentum del 1327. Il testo viene ricostruito e integrato, accompagnato da una scrupolosa traduzione e da una disamina della sua autenticità. Il paragrafo sulla corte angioina e quelli sulle strutture sociali, la casa, il cibo e il vestiario offrono un vivace spaccato di vita medievale dei primi decenni del sec. XIV.
Sorprese
Anche in questo libro, contenente 70 componimenti, sono presenti le due peculiarità della poesia di Battaglino: l’impegno a dare senso e passione alle cose insensate e la visione disincantata della realtà. Grazie alla solida costruzione e cantabilità del verso e alla varietà lessicale, gli oggetti, i gesti, le persone, i pensieri si caricano di sentimenti e passioni, assumendo nuove dimensioni. Quanto alla realtà, questa è rappresentata con un sottile velo di pessimismo, spesso accompagnato da una sapiente autoironia. La raccolta è profondamene colta. La prima sezione (Quartine) e la terza (Varie) rappresentano accadimenti, azioni e gesti, che sembrano colti nel loro compiersi, ma che, suscitando inaspettatamente stupore o meraviglia (sorprese appunto), rinviano sempre a un significato ulteriore. La seconda sezione (Pascaliane) si concentra su una visione sapienziale e cosmologica dell’esistenza.
Filippetto de Marinis
Filippetto de Marinis, unico figlio maschio di Giovan Andrea, marchese di Genzano e principe di Striano, a 21 anni aderì alla Repubblica Napoletana del 1799, ricoprendo incarichi importanti come sergente nella Guardia Nazionale e poi come tenente nella compagnia di Niccolò Pacifico e, soprattutto, come aiutante di campo del generale Pasquale Matera.